Che tempo che fa: coming out in diretta, l’imbarazzo di Fazio. Inattesa e soprendente confessione dell’ex ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora
E’ stato uno dei ministri più discussi del Governo Conte bis, quello sostenuto da una maggiornaza politica composta dal Partito Democratico e dai 5 Stelle. La sua drastica decisione di chiudere per un anno intero gli stadi e gli impianti sportivi a causa della pandemia da Covid-19 ha sollevato polemiche soprattutto per le gravi conseguenze economiche abbattutesi sulle società sportive. Stiamo parlando di Vincenzo Spadafora, 47 anni, originario di Afragola, ha svolto incarichi di una certa importanza all’Unicef nell’ambito delle politiche giovanili per poi entrare in politica una dozzina d’anni fa.
Come responsabile del dicastero delle politiche giovanili dello sport dal settembre del 2019 a febbraio 2021, Spadafora ha promosso il professionismo femminile nel calcio, sollecitando tutele per le sportive professioniste, come la maternità ed agevolazioni fiscali. I problemi però sono arrivati con l’esplosione della pandemia e tra le misure restrittive prese dal Governo Conte per limitare la diffusione dei contagi una delle più significative fu proprio quella targata Spadafora, la chiusura per un intero anno degli impianti sportivi.
Spadafora ha lasciato il suo incarico circa nove mesi fa con l’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Draghi nominato nuovo capo del Governo. Il suo posto allo sport è stato preso dall’ex campionessa olimpica di scherma Valentina Vezzali che a differenza del suo predecessore ha lavorato fin dai primi giorni del suo mandato all’immediata, anche se parziale, riapertura degli impianti sportivi. Il nome di Vincenzo Spadafora è tornato pesantemente d’attualità domenica sera quando in qualità di ospite di Fabio Fazio, ideatore e conduttore del programma Che tempo che fa ha reso pubblica la propria omosessualità.
Di fronte a un imbarazzato Fabio Fazio, Spadafora ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a fare coming out: “Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma credo anche che chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più. E io l’ho fatto anche per me stesso perché ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi”.
L’intervista è andata comunque avanti con l’ex ministro che voluto fare altre precisazioni: “Mi sono dichiarato sia per una ragione molto politica, per tutti quelli che tutti i giorni combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne ho io. Ma anche una testimonianza di tipo religioso, io sono un cattolico che crede molto nella propria fede, può sembrare in contraddizione ma non lo è affatto“.
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