Ornella Vanoni e Gino Paoli il retroscena della loro relazione: ecco i dettagli della vicenda, i motivi, le curiosità
Ha rappresentato con la sua musica una delle icone massime e più celebri della musica italiana, considerata una delle interpreti più importanti del panorama della musica leggera in Italia oltre che ha venduto più di 65 milioni di copie dei suoi dischi in tutta Italia: stiamo parlando di Ornella Vanoni dotata di uno stile timbrico che si distingue dal resto degli interpreti della musica in Italia, un’artista che riesce a spaziare tra vari generi dal pop al jazz con molta facilità. Ricordiamo che Ornella Vanoni ha partecipato a otto Festival di Sanremo raggiungendo il secondo posto nel 1968 e il 4 posto per altre tre edizioni: una donna piena di capacità interpretative e corali.
La sua voce è inconfondibile dotata di una timbrica particolare che le conferisce la capacità di spaziare tra diversi generi musicali con molta facilità. Grazie alla sua estrema professionalità, ha ricevuto notevoli premi e riconoscimenti fra cui possiamo ricordare nel 1999 il Premio alla carriera, una Targa Tenco, che porta a tre il numero di riconoscimenti a lei assegnati dal Club Tenco, ha vinto due volte il Premio Lunezia ed è stata insignita di importanti riconoscimenti e onorificenze: nel 1984 ha ricevuto il ruolo di Commendatore della Repubblica e, nel 1993, di Grande ufficiale Ordine al merito della Repubblica italiana.
Sin da piccola il suo sogno era quello di fare l’estetista, ma spinta da un’amica di famiglia, nel 1953 si iscrive all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler divenendo una dei punti di diamante del regista, successivamente suo compagno nella vita. Ella ha ricordato quei momenti del suo inizio in una lunga intervista, cui rivelò dei dettagli: “Sono stata una ragazza inventata. Inventata dagli altri. Di mio avrei voluto fare l’estetista, niente di più. Mi iscrissi alla scuola di recitazione del Piccolo. Con la V di Vanoni venni chiamata per ultima, sapevo che nella commissione c’erano grossi nomi, Strehler, Paolo Grassi, Sarah Ferrati. Quando mi hanno chiamata, avevo il cuore a mille. Recitai un pezzo dell’Elettra, ero follemente emozionata, chiedevo scusa a tutti, mi interrompevo […] Mi presero. Dopo un anno divenni la compagna di Strehler, era il ’55. E fu scandalo. Avevo vent’anni, lui era sposato, non c’era il divorzio e, per di più, viveva da solo, era di sinistra ed era un artista. Mia madre si lamentava, piangeva: “Così ti rovini, ti devi sposare”.
Una volta terminato il folle amore con il regista, ella si allontana dal mondo teatrale per concentrarsi su quello musicale regalando dei splendidi successi e vendendo più di 100 mila copie per un brano dedicato a Gino Paoli, uno dei suoi compagni con cui ha avuto una relazione lunga e duratura terminata successivamente per alcuni motivi rivelati nel corso di interviste successive.
Ornella Vanoni e Gino Paoli hanno avuto per diversi anni una relazione clandestina mentre il cantautore era sposato con Anna Fabbri. I due si conobbero nel 1960 nella casa discografica Ricordi e fu lui a incoraggiare la bella Ornella dedicandole addirittura la sua prima canzone d’amore, Me in tutto il mondo.
Il loro sodalizio artistico si rafforzò regalando dediche speciali proprio ad Ornella ma, un giorno la moglie di Gino decise di parlare chiaro a Ornella chiedendole di farsi da parte, così Ornella nel 1960 sposò Lucio Ardenzi.
Ella in un’intervista recente rivelò: “… Gino non aveva i soldi neanche per il biglietto del tram; così andavamo sempre a piedi, io gli trotterellavo dietro con i tacchi a spillo, sfinita. Fino a quando, appoggiati a un muretto, gli chiesi: “Ma tu sei frocio?”. Rispose: “No, perché?”. E io: “Mi avevano detto così”. E lui: “A me invece hanno detto che tu sei lesbica, canti male e porti male…”. Siamo scoppiati a ridere. E ci siamo dati il primo bacio“.
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