Una nota cantante parla di Gianni Morandi dopo l’episodio del video della canzone di Sanremo sui social. Ecco di chi si tratta.
Gianni Morandi è un cantante di origini bolognesi da sempre legato alla sua terra natia. Ha iniziato la sua carriera da giovanissimo tra musica e tv. Ha condotto il Festival di Sanremo, ma anche molte prime serate in cui unisce la sua musica al varietà.
Quest’anno compare tra i concorrenti del Festival di Sanremo. Tuttavia, sui social nei giorni scorsi c’è stato un episodio con il quale ha rischiato di essere squalificato. Ha pubblicato per sbaglio uno stralcio della canzone che porterà a Sanremo, ma per regolamento i cantanti non possono anticipare nulla al pubblico. Una cosa simile era capitata l’anno scorso a Fedez. Dopo qualche giorno arriva il comunicato di Sanremo che grazia il cantante. Ma non tutti hanno visto bene questo episodio.
Una cantante, in particolare, ha detto la sua sulla vicenda. Ecco di chi stiamo parlando.
In un’intervista al Corriere della sera Donatella Rettore si lascia andare a confessioni che riguardano la sua vita privata e la sua carriera. Ha raccontato che dal 1977 è legata a Claudio Rego e ha detto che nei suoi testi che tanto hanno fatto discutere si ispira a Platone.
La cantante quest’anno parteciperà al Festival di Sanremo insieme al gruppo La rappresentante di lista. E proprio a proposito di Sanremo ha voluto dire la sua sulla vicenda che ha coinvolto Gianni Morandi. “Non come quelli che prima mettono sui social un pezzo di canzone destinata a Sanremo e poi “oh, ho sbagliato, scusatemi, sono uno sbadato” e cose così. Ma dai. E allora, con affetto, dico: Morandi, ti devi ritirare!” ha affermato la cantante di Kobra senza mezze misure.
Rettore ha una carriera lunghissima alle spalle con infiniti successi che sono diventate delle hit anche fuori dall’Italia. Nella stessa intervista ha parlato dell’incontro con David Bowie dicendo: “La conversazione più interessante che abbiamo avuto è stata proprio su questo tema. Mai parlato di musica con lui. A Londra, poi, tra gli anni Settanta e gli Ottanta, vedevo ragazzi con lamette appese tipo ciondoli. Ma io le lamette le avevo già viste a Roma, la lametta ricorreva nel gergo, in frasi come “mo’ me tajo”. E così nacque “Dammi una lametta che mi taglio le vene””.
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