Ma prima di essere quello che noi abbiamo imparato a conoscere ed amare, Aka7even, ancora non si chiamava così ed era solo Luca Marzano, che decise di lasciare il liceo musicale. Ma questo non gli impedì di abbandonare la sua vera passione, quella della musica. Conosciamolo meglio.
Aka7even: la confessione del suo dolore
Al riguardo disse:” I professori, ma anche tanti compagni, non supportavano il mio percorso che guardava al pop. Era un battibecco un giorno sì e l’altro pure. Avevo attacchi d’ansia al mattino al pensiero di andare a scuola. “
“L’impostazione dei licei musicali, purtroppo, è vecchia”, continuava il rapper che nel 2020 è arrivato al diploma. L’anno scorso di scuola ne ha frequentata anche un’altra, quella di Maria De Filippi che lo ha lanciato verso il successo con il noto brano “Loca“, divenuto un vero e proprio tormentone estivo.
Il Festival di Sanremo, dove è in gara con “Perfetta così”, è il prossimo esame e lui non sta più nella pelle. Al riguardo svela qualche dettaglio inedito sul suo brano: ” Parla dell’accettarsi e del ritrovare l’amor proprio. Alcune vicende del passato erano come scheletri che uscivano dall’armadio e che ho sistemato”.
In molti, tra fan e colleghi, si sono chiesti a cosa sia dovuto questo particolare nome d’arte. A cancellare ogni dubbio è lo stesso ragazzo che in una dettagliata intervista racconta la sua dolorosa esperienza che lo ha condotto ad essere quello che è oggi.
Aka ovvero l’acronimo, in inglese “conosciuto come”, e poi il 7: ” È il numero della mia vita. A 7 anni sono finito in coma per colpa di una crisi epilettica causata da un virus che aveva colpito il cervelletto. Ci sono rimasto 7 giorni… credo di avere 7 vite, come i gatti…”.
Oggi
Sul tema ci ha scritto un libro, non ancora una canzone: “La sintesi necessaria per un brano ti porta a tralasciare delle cose e credo di avere bisogno di più esperienza per dare il peso giusto a tutto. “
“L’autobiografia mi ha permesso di spiegarmi, è stata una seduta di analisi. Fino a 15 anni sono cresciuto in una bolla: per tutelare la mia salute mamma non mi faceva uscire. Conosco quelli che vengono dalla strada, da loro ho imparato il concetto di rispetto, ma ho un linguaggio diverso”.