Un grave lutto ha colpito la redazione di giornalisti della Rai. Ecco chi è scomparso all’improvviso.
In casa Rai in questi giorni si sta raccontando con grande attenzione e preoccupazione la guerra tra Ucraina e Russia. Ci sono molti speciali dedicati, gran parte del tg viene dedicato alle testimonianze raccolte direttamente al fronte. Inoltre, ci sono inviati che rischiano la vita restando a raccontare i fatti direttamente in Ucraina dove vengono sganciate bombe ogni giorno.
Come al solito, quindi, gli italiani possono contare su un servizio di informazione pubblico efficiente e veloce, in grado di tenere aggiornati sull’odierna situazione politica, economica e sociale. Ad ogni modo, sulla redazione della Rai si è abbattuto un terribile lutto che ha sconvolto tutti i giornalisti. Ecco di chi stiamo parlando nel dettaglio.
Per anni il pubblico del piccolo schermo lo ha conosciuto come inviato e corrispondente proprio nella Russia di Putin che ora ha dato il via alla guerra. Ma ci ha tragicamente lasciato Sergio Canciani, volto della Rai che per anni ha informato i telespettatori con professionalità e diligenza.
Aveva 76 anni ed era originario di Trieste, dove è nato e si è spento. Aveva iniziato a lavorare proprio nella redazione Rai del Friuli Venezia Giulia, poi ha fatto l’inviato per il Tg1, Tg2 e Tg3. Dalla fine degli anni Novanta ha iniziato la sua carriera come corrispondente in Russia a Mosca per la Rai, posizione che ha occupato fino al 2011. Nel corso della sua carriera da giornalista, ha anche scritto alcuni libri, come Roulette Russia, che si incentra sull’ex impero sovietico e Putin e il neo-zarismo. Dal crollo dell’URSS alla conquista della Crimea, che ha come protagonista proprio l’artefice della guerra tra Ucraina e Russia.
Inoltre, sono molti i fatti storici che il giornalista ha raccontato stando direttamente sul campo. Giusto per citare alcuni esempi, ha testimoniato la guerra nell’ex Jugoslavia, ha raccontato come aveva reagito la Russia dopo il crollo del muro di Berlino, il conflitto dei Balcani, la guerra a Sarajevo, la caduta di Ceausescu in Romania e, infine, anche l’ascesa al potere di Vladimir Putin. Insomma, una figura che ha fatto la storia del giornalismo italiano, seppur in maniera defilata e non amando molto le luci della ribalta. La sua professionalità è stata apprezzata da tutti, colleghi e pubblico da casa, che oggi lo piange e lo ricorda con affetto.
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