I ministri del Lavoro e del Turismo, Andrea Orlando e Massimo Garavaglia, hanno annunciato di voler intervenire sul reddito
In molti lo attaccano, da sempre. Ma i dati ufficiali certificano i risultati ottenuti dal Reddito di cittadinanza. Nonostante la crisi di governo in atto, vi sono importanti novità per la misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e osteggiata da molti.
Le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare reddito di cittadinanza e di emergenza, hanno evitato a 1 milione di individui di trovarsi in condizione di povertà assoluta. Si tratta di circa 500mila famiglie. Le misure di sostegno hanno avuto effetto anche sull’intensità della povertà che, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata ben 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8% (a fronte del 18,7% osservato). A certificarlo, proprio in questi giorni, non una parte politica, ma l’Istat.
“Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza il reddito di emergenza avremmo avuto un milione di poveri in più in Italia”. E’ quanto ha evidenziato Linda Laura Sabbadini, coordinatrice del Rapporto annuale dell’Istat. Dal Rapporto emerge anche che dal 2005 la povertà assoluta è più che raddoppiata. Le famiglie coinvolte sono passate da poco più di 800mila a 1 milione 960mila nel 2021 (il 7,5% del totale). Il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato, passando da 1,9 a 5,6 milioni (il 9,4% del totale).
Nei primi tre mesi del 2022 i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza sono stati pari a circa 1,5 milioni. Con circa 3.3 milioni individui coinvolti. L’importo medio mensile erogato, a marzo 2022, è stato di 548 euro. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Inps. Ecco cosa cambierà sul reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: cosa cambia
Le caratteristiche dei nuclei beneficiari si sono ormai stabilizzate nel tempo (nonostante un graduale declino nella dimensione media dei nuclei familiari, passati da 2.45 componenti nel 2019 a 2.23 nel 2021), confermando che un terzo dei percettori è costituito da minori e anziani (over 65) e che, come evidenziato dal precedente rapporto annuale Inps, solo il 33% dei percettori in età lavorativa ha un riscontro amministrativo di partecipazione al mercato del lavoro negli anni 2018 o 2019.
Dall’esame dei dati relativi ai percettori in età lavorativa con undici o dodici mensilità percepite nell’anno 2021 risulta occupato il 20% degli individui con il 40% di nuclei familiari coinvolti. I nuclei con lavoratori hanno una dimensione media maggiore, ma un importo medio mensile minore. Ebbene, adesso potrebbero arrivare importanti novità.
Proprio recentemente, infatti, i ministri del Lavoro e del Turismo, Andrea Orlando e Massimo Garavaglia, hanno annunciato di voler intervenire sul reddito per affrontare anche la carenza di circa 300mila lavoratori stagionali, soprattutto in ambito turistico. Come è noto, impazza la polemica con taluni che sostengono che il reddito impedisca agli imprenditori del turismo di trovare manovalanza. Quando invece, forse, assai spesso si offrono condizioni da fame.
Ebbene, per porre rimedio a questa situazione, il Governo starebbe pensando far cumulare il Reddito con stipendi da lavoro estivo, per il tempo limitato di queste occupazioni stagionali. Ad oggi, invece, si perde immediatamente il diritto al contributo statale se si supera la soglia Isee di 9.360 euro annui e soprattutto quella del reddito familiare di 6.000 euro annui (che può arrivare a 9.360 se si ha una casa in affitto).