Per la prima volta usato, con successo, un sistema di ‘deep learning’. E’ proprio il caso dire che la scienza oggi fa miracoli
Utilizzare l’intelligenza artificiale per aiutare a decifrare una lingua antica che ancora oggi resta sconosciuta. La scienza sta per riuscirci. E siamo certi che una scoperta del genere cambierà davvero molto nella storia.
E’ la sfida intrapresa da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che per la prima volta ha usato, con successo, un sistema di ‘deep learning’ per gettare luce su un’antica scrittura, il cipro-minoico. I risultati dello studio, realizzato nell’ambito del progetto ‘Erc Inscribe’, si possono leggere sulla rivista Plos One.
“Ad oggi non abbiamo certezze su quali segni siano veri e propri grafemi di questo sistema di scrittura e quali siano invece semplicemente delle varianti dovute a differenze nella scrittura”, spiega Silvia Ferrara, professoressa al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio.
“I risultati che abbiamo ottenuto – aggiunge – supportano decisamente l’ipotesi che questi sottogruppi siano composti da varianti legate ai diversi supporti sui quali i segni venivano inscritti”.
Il cipro-minoico è un sistema di scrittura che risale a circa 3.500 anni fa e non è mai stato decifrato. Diffuso sull’isola di Cipro nella tarda Età del bronzo, ancora oggi non c’è un consenso tra gli scienziati su quanti siano i segni che lo compongono. venne coniato da Arthur Evans nel 1909 basandosi sulla somiglianza visuale con la Lineare A della Creta minoica. Per cui si è pensato che il CM derivasse da essa. Approssimativamente si stima il ritrovamento di 250 oggetti portanti iscrizioni cipriote-minoiche. Incluse tavolette d’argilla, piedistalli votivi, cilindri e sfere d’argilla. Le scoperte in vari siti intorno a Cipro, come pure nell’antica città di Ugarit sulle coste siriane.
Il team è quindi vicinissimo a poter decifrare questa lingua, analizzando per la prima volta il cipro-minoico con il ‘deep learning’, tecnologia di intelligenza artificiale, che ha dato vita a un modello – chiamato ‘Sign2Vecd’ – “addestrato” ad analizzare e catalogare non solo i diversi segni del cipro-minoico. Ma anche intere sequenze di segni.
Il sistema, spiegano i ricercatori, “ha permesso di separare i segni tracciati su tavolette di argilla dagli altri” e ha offerto “nuovi solidi indizi” a supporto dell’idea che la divisione in sottogruppi del cipro-minoico non sia dovuta all’esistenza di lingue diversi, ma sia legata invece ai diversi supporti utilizzati per incidere i segni. Il mondo della scienza, della archeologia e dell’intelligenza artificiale non sarà più lo stesso.
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