La platea di persone a cui potrebbe andare il bonus previsto dal Governo è molto ampia. Ecco come ottenerlo
In questi difficili mesi di inflazione, di rincari selvaggi, di aumenti indiscriminati, anche delle materie prime, fioccano bonus e agevolazioni. A essere interessate, diverse categorie. Il bonus di cui vi parliamo oggi parla le donne, da sempre più penalizzate rispetto agli uomini sul mercato del lavoro.
In vent’anni sono fortemente cresciute le donne in coppia con titolo universitario (dal 7,2% al 17,6%) o diploma superiore (dal 28,8% al 37,6%). Più modesti gli incrementi delle donne in coppia che si dichiarano occupate la cui incidenza eguaglia quella, in diminuzione, delle casalinghe (entrambe al 38% circa); crescono le donne in coppia in cerca di occupazione (6,4%), stabili le ritirate (14,6%).
A registrare i cambiamenti nella composizione delle coppie in Italia è il Rapporto 2022 dell’Istat. Le coppie in cui i partner hanno lo stesso livello di istruzione sono maggioritarie ma in forte diminuzione (dal 74,2% al 64,9%) nei vent’anni presi in esame. Crescono, invece, le coppie in cui uno dei due partner supera l’altro: oggi il caso più frequente è quello in cui la donna ha un titolo di studio più alto (20,7% contro 14,4%) ma all’inizio del millennio accadeva il contrario (12,4% contro 13,4%).
La diffusione delle coppie con donna più istruita dell’uomo è maggiore nelle coppie ricostituite coniugate (25,9% da 13,5% del 2001) e ancora di più nelle unioni libere (28,9% da 21,5%). Le coppie con donna fino a 64 anni in cui ambedue i partner si dichiarano occupati sono il 42,3%. Il trend di crescita delle coppie a doppio lavoro emerge solo per quelle in cui la donna ha tra 45 e 54 anni (da poco più di una coppia su tre a una su due).
La situazione è rimasta più o meno la stessa di vent’anni fa per le coppie in cui la donna ha da 35 a 44 anni (circa il 52%) mentre è in deciso calo la percentuale di coppie in cui lavorano entrambi con donna tra i 25 e i 34 anni (da 51,3% a 46,5%). Tra le coppie non coniugate quelle in cui entrambi dichiarano di lavorare sono il 57,9% contro circa il 40% delle coppie ricostituite coniugate e delle coppie tradizionali.
Il bonus per le casalinghe
Spesso sottovalutate e bistrattate, le donne casalinghe sono una categoria fondamentale nella società italiana. Sono loro, di fatto, che mandano avanti la casa. A volte casalinghe per scelta, altre volte per necessità. Privilegiano figli e famiglia rispetto al lavoro. Adesso un bonus prova a dar loro il giusto riconoscimento.
La platea di persone a cui potrebbe andare il bonus previsto dal Governo è molto ampia. Queste donne potrebbero ricevere dallo Stato l’aiuto per un massimo di 13 mesi. Nello specifico si tratterebbe poi di assegni il cui massimo importo può essere di 468,10 euro al mese.
Il bonus è riservato alle donne che non hanno versato almeno 20 anni di contributi. Quanto al reddito, invece, questo non deve essere superiore ai 6.085,30 euro (per casalinghe sole) o non superiore ai 12.170,60 euro (per le casalinghe coniugate).
La domanda di assegno sociale, infatti, può essere inoltrata tramite sito dell’INPS, con SPID, Cie o Cns, oppure attraverso il call center dell’Inps chiamando il numero 803.164, oppure il numero 06.164.164 per le utenze mobili. Infine, è possibile rivolgersi anche ai patronati.