È giunto quasi al termine il Superbonus 110%, e con lui il bonus facciate. Al suo posto però arriva il bonus ristrutturazione: fino a 50.000 euro di contributo.
Attualmente l’Italia si trova in un momento storico drammatico sul versante economico. La crescente inflazione e la riduzione del potere di acquisto ostacolano la serenità economica di molti cittadini. Lo stato, per supportare il popolo, ha aperto richieste per sussidi e indennizzi, come il Superbonus del 110 e il bonus facciate, avviati nel 2020.
Per entrambi i bonus però è giunto il termine per le richieste, ma lo Stato ha avviato un nuovo bonus per la ristrutturazione interna ed esterna delle abitazioni, lasciando intatto il bonus per le ristrutturazioni al 50%.
Numerosi sono i punti di forza di questa agevolazione, come la semplicità burocratica per la richiesta e l’ampiezza dei lavori di casa considerati. La nuova agevolazione offre fino a quasi 50.000 euro per singola unità immobiliare, anche se i lavori sono eseguiti negli interni. Oltre alla detrazione d’imposta in dieci anni, il nuovo bonus prevede anche l’opzione della cessione del credito al fine di applicare lo sconto in fattura.
Quali lavori sono inclusi?
Nel nuovo bonus ci sono forti differenze tra singole unità immobiliari e parti comuni di un condominio. Per le singole unità si accede in presenza di una manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia. Nel caso delle parti comuni condominiali l’accesso al bonus è consentito anche per la manutenzione ordinaria, opere di riparazione e rinnovamento. Come abbiamo detto la comodità dell’eseguire ristrutturazioni edilizie con il bonus casa 50% è che si può trasformare la detrazione in credito d’imposta e chiedere alla ditta di applicare lo sconto in fattura, grazie alla cessione del credito a terzi.
In alternativa, come per il superbonus, è possibile l’utilizzo della detrazione ai fini Irpef, da scontare in dieci anni. Questa modalità è possibile solo se il pagamento dei lavori avviene attraverso bonifico, includendo e specificando la causale di versamento, il codice fiscale del beneficiario del bonus, il codice fiscale o la partita iva di chi riceve il pagamento.
Lo sconto in fattura e la cessione del credito sono previsti, secondo il DL Antifrode, anche per gli importi superi ai 10.000 euro, presentando però necessariamente il visto di conformità e l’asseverazione tecnica della congruità dei costi.