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Lifestyle

Gelato, attenzione alla qualità | Sono queste le caratteristiche da tenere sotto controllo

Con le temperature che aumentano e il caldo asfissiante, il gelato è sempre una buona idea. Ma attenzione: non tutti i gelati sono davvero buoni.

Gelato artigianale (foto web)

Fuori a quasi ogni gelateria vi capiterà di vedere un cartello con su scritto “gelato artigianale”. Eppure, nella realtà, solo poche gelaterie offrono davvero un prodotto di qualità ed artigianale. Come fare allora per riconoscere un buon gelato?

Il vero gelato artigianale si riconosce, come detto, da alcune precise caratteristiche: ingredienti eccellenti, giusta consistenza, colore, e sapore. In Italia, grazie a una storica tradizione artigianale, soprattutto in Sicilia e Veneto, e all’abbondanza della materia prima, è possibile consumare il gelato vero ed artigianale un po in tutte le regioni.

Non importa se sei al mare o in montagna, in estate viene voglia di una coccola fresca proprio a tutti. Ma quali allora queste caratteristiche che ci fanno capire se un gelato è davvero artigianale?

Occhio a queste caratteristiche!

Innanzitutto è importante soffermarsi sulla prima cosa che possiamo notare di un gelato: il colore, che deve essere naturale e fresco. Quindi no colori super vivaci e nemmeno troppo troppo spenti. Il secondo fattore che i nostri occhi possono valutare, senza l’uso di altri sensi, è la quantità di gelato contenuto nelle classiche vaschette.

La quantità di gelato non dovrebbe mai superare il bordo della vaschetta, ma essere distribuito in essa quasi raso. La ragione dietro questo aspetto è che le buone gelaterie conservano le vaschette di rifornimento nei frigoriferi e le tirano fuori quando le precedenti sono esaurite. Il livello della vaschetta dovrebbe essere, quindi, poco più che raso.

Si parte dal presupposto che ogni gusto di gelato ha la sua consistenza, ma in linea generale possiamo dire che il vero gelato artigianale deve essere cremoso al punto giusto. Se sembra troppo denso o troppo liquido oppure oleoso, potrebbe contenere una quantità eccessiva di grassi. L’aspetto importante è che il gelato stia insieme in modo uniforme, non deve diventare acqua appena messo nello scodellino, non deve però neanche essere duro e a grumi e staccarsi e rotolare giù dal cono.

Il gelato, poi, non dovrebbe mai dare la sensazione che sia troppo freddo, soprattutto per le creme. Questo potrebbe indicare una scarsa incorporazione di aria, o peggio ancora, se contiene cristalli d’acqua, indicano che quel gelato non è stato propriamente conservato.

Il sapore del gelato deve essere, naturalmente, vicino al gusto di ciò che viene riportato, non troppo dolce perché rischia di essere nauseante e fastidioso, ma neanche insapore o dal gusto inconsistente, come spesso accade con i gelati industriali. Diffidate dei gusti fuori stagione, di cui spesso non è ben chiara l’origine.

Un altro fattore da non sottovalutare, è che un gelato fatto veramente bene non fa MAI venire sete. MAI. La colpa è dei grassi idrogenati che, non sciogliendosi come si deve sulla lingua, lasciano una sensazione di grasso all’interno della bocca. L’unico modo per togliere questa sensazione è, alla fine, fare diversi sorsi d’acqua.

Non dimenticare ingredienti e temperatura di esposizione

Secondo le normative, ogni gelateria deve necessariamente esporre la lista di tutti gli ingredienti. Anni fa era unicamente obbligatorio esporre il cartello unico degli ingredienti, senza dover specificare quelli per singolo gusto. Dal 2011, invece, bisogna indicare l’elenco degli ingredienti per ogni gusto prodotto, specificando anche gli allergeni.

La lista ci aiuta a capire la qualità della materia prima utilizzata. Se al posto del latte fresco si usa latte a lunga conservazione, o quello magro in polvere è lecito farsi una domanda. Come pure se troviamo la lista allungata troppo da ingredienti come destrosio, sciroppo di glucosio, proteine del latte, grasso di cocco raffinato, addensanti , emulsionanti e coloranti.

Gelato artigianale (foto web)

Infine, il banco di esposizione, contenente tutte le vaschette, dovrebbe avere esposto un termometro che segni in tempo reale la temperatura all’interno della vetrina.

Anna Antonucci

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