Dal primo settembre arrivano alcune importanti novità finalizzate a sburocratizzare questa nuova modalità di lavoro.
Smart working, si cambia. Una forma di lavoro che in diversi Paesi del mondo esiste già da tempo. Ma che il nostro Paese ha imparato a scoprire solo negli anni della pandemia, tra distanziamento sociale, mascherine e lockdown. Ora, però, dall’1 settembre vi saranno diverse modifiche.
Lo smart working
Dal primo settembre arrivano alcune importanti novità finalizzate a sburocratizzare questa nuova modalità di lavoro, che di fatto entra a regime dopo il massiccio utilizzo durante il periodo del lockdown. Smart working, anche detto lavoro da remoto, lavoro da casa o più generalmente lavoro a distanza.
Durante la pandemia di COVID-19 del 2020 in Italia, il Governo ha emanato delle disposizioni di legge per favorire l’adozione del lavoro agile semplificando alcune delle disposizioni previste nella legge n. 81/2017. Il DPCM 1º marzo 2020 ha stabilito che fino al luglio 2020 il lavoro agile può essere applicato dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato. Anche in assenza degli accordi individuali e che l’obbligo di informativa sulla sicurezza dei lavoratori può essere assolto in modalità telematica. Anche ricorrendo alla documentazione presente sul sito dell’INAIL.
Ora, come detto, dall’1 settembre, arrivano importanti novità. Le norme, introdotte con il decreto semplificazioni pubblicato dopo Ferragosto in Gazzetta Ufficiale, sono state rese operative da un decreto ministeriale firmato dal ministro del lavoro Andrea Orlando. Ecco, nel dettaglio, di cosa si tratta.
Come cambia lo smart working
Da settembre si torna all’accordo individuale che sostituisce le norme previste durante l’emergenza Covid. Ma i datori di lavoro non dovranno comunicare l’adesione dipendente per dipendente ma avranno la possibilità di inviare in modo semplificato i nominativi.
I lavoratori che non aderiranno all’accordo dovranno lavorare in presenza. Al momento non sono previsti meccanismi automatici per i lavoratori fragili o per chi ha figli under14.
“Il decreto – spiega il ministro del Lavoro Andrea Orlando – – prevede che il datore comunichi in via telematica al Ministero del lavoro i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile. Si tratta di una importante disposizione che rende strutturale la semplificazione del lavoro agile”.
Tecnicamente viene riformulato l’articolo 23 della legge 22 maggio 2017. Il precedente obbligo di comunicazione dell’accordo individuale sarà sostituito quindi dal primo settembre da una mera comunicazione dei nominativi dei lavoratori. Da comunicare anche la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile.
“E’ un primo passo – si legge – con il quale si rendono più semplici gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile. Anche alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia e si risponde ad una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal Ministro del Lavoro e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021”.
“L’esigenza di semplificazione degli obblighi di comunicazione nasce dalla necessità di rendere strutturale una procedura già ampiamente sperimentata nel periodo emergenziale – afferma il Ministro Andrea Orlando – in considerazione di un sempre maggiore utilizzo di questa modalità di svolgimento del lavoro. In questo modo si snelliscono le procedure per i datori di lavoro e non si aggravano gli uffici ministeriali di adempimenti amministrativi ritenuti non necessari”.