Il sushi è considerato uno dei cibi più buoni e “alla moda” degli ultimi anni, ma attenzione, è anche uno dei più rischiosi per quanto riguarda le intossicazioni alimentari. Ci sono ben 5 campanelli d’allarme per scoprire se il pesce è di qualità, vediamoli insieme.
Il sushi è uno degli alimenti etnici più amati in Italia. Negli ultimi anni, questa pietanza a base di riso e pesce è diventata di moda tra i giovani e anche tra le persone più avanti con l’età. La specialità della cucina giapponese si presenta in diverse tipologie e con diversi ingredienti. Oltre ai classici rolls, ci sono tantissime altre tipologie di sushi: dai nigiri al chirashi, fino al temaki.
In molti ristoranti presenti in tutta Italia è possibile mangiare pietanze uniche, nate dalla fusione tra il sushi giapponese e altre tipologie di cucina. Tra gli esperimenti di maggior successo c’è quello della fusione tra ristorante brasiliano e giapponese, ma anche le divertenti unioni tra pietanze nipponiche e primi piatti italiani. C’è addirittura il sushi burrito, che ha appunto la forma di un burrito messicano.
Come stavamo dicendo, molti italiani amano questa pietanza giapponese, ma è importante fare attenzione: in molti casi, infatti, gli chef utilizzano il pesce crudo per creare le loro pietanze. Per il sashimi, ad esempio, è praticamente d’obbligo utilizzare il pesce crudo. Quest’ultimo, però, può essere dannoso per il corpo umano. Molti parassiti, infatti, possono entrare in contatto con il pesce crudo e, automaticamente, con il nostro organismo. Uno dei più comuni è l’anisakis, un verme che si annida proprio negli animali marini.
Questo parassita potrebbe causare gravi intossicazioni nell’essere umano. Tra le conseguenze più comuni, ci sono possibili dolori addominali, nausea e vomito. Si potrebbe arrivare, infine, ad avere una perforazione intestinale o la peritonite.
Ci sono, però, cinque trucchi che possiamo utilizzare per capire quando un sushi è di buona qualità e quando è meglio non mangiarlo perché potrebbe non essere buono o, addirittura, pericoloso per la nostra salute. Prima di tutto, è necessario che il pesce sia abbattuto correttamente: solo così si possono eliminare tutti i parassiti. Bisogna, dunque, accertarsi che venga utilizzato l’abbattitore e che il processo sia completo.
Poi, è necessaria una buona igiene: quando vedete delle tracce di alimenti sconosciuti sul pesce o nel riso, è meglio evitare di mangiare il piatto o, al massimo, si può chiedere di che tipo di alimenti si tratti. Altra cosa da controllare è che il riso sia compatto, non croccante o, al contrario, colloso, ma compatto al punto giusto.
Ci sono, infine, altri due importanti trucchi per capire se il sushi è buono o meno. Il quarto trucco riguarda il colore del pesce: deve essere lucente. Nel caso in cui lo trovaste opaco o non chiarissimo, potrebbe essere sbiadito. Infine, fate attenzione all’odore: se l’odore di pesce è abbastanza forte, anche se non sembra essere andato a male, probabilmente non sarà di ottima qualità. Per essere buono, infatti, l’aroma dovrà essere leggero. Dite la verità, la prossima volta che andrete a mangiare sushi presterete attenzione a queste cose?!
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