Lo studio è stato fatto in modo analitico e dettagliato e l’obiettivo dei ricercatori era quello di capire cosa contenesse nello specifico l’inchiostro. Si è iniziato quindi a studiare le formulazione dei brand più noti e anche ad intervistare i tatuatori più famosi per capire quanta competenza e informazione c’era dietro l’utilizzo dell’inchiostro che utilizzavano.
L’inchiostro ,che viene utilizzato per fare il tatuaggio, è formato da due elementi fondamentali: il pigmento, formato da molecole, da una sostanza solida o da entrambe le sostanze. E poi la cosiddetta soluzione di supporto che tende a trasferire il pigmento nella zona intermedia della pelle e rende il colore più sciolto.
I ricercatori hanno quindi confermato che nei pigmenti esistono sostanze che non sono specificate in etichetta. E questo lo hanno dedotto grazie alla spettroscopia e la microscopia elettronica. Circa la metà degli inchiostri che sono stati presi in esame hanno dei pigmenti a base di azoto che rischiano di essere degradati una volta che entrano in contatti con i raggi ultravioletti, trasformandoli in composti cancerogeni, quindi molto nocivi per la salute.