Finalmente è arrivata anche in Italia la novità che, senza dubbio, rende onore e dignità a tutte le donne. Le dipendenti che soffrono di sintomi mestruali eccessivi potranno assentarsi con il 100% della retribuzione garantita.
Il congedo mestruale prevede che tutte le dipendenti donne, durante il ciclo mestruale, possono assentarsi a causa di sintomi eccessivi quali nausea, giramenti e dolori di testa eccessivi, crampi addominali e tutti i disturbi associati al periodo.
Molto spesso, infatti, soprattutto chi soffre di patologie ginecologiche invalidanti quali l’endometriosi e l’ovaio policistico, trova difficile, se non quasi impossibile, recarsi in ufficio e trovare la concentrazione adatta per affrontare una giornata di lavoro produttiva.
La misura, messa in campo dal gruppo Ormesani, di Quarto d’Altino in provincia di Venezia, è un permesso retribuito al 100% che non prevede neanche l’obbligo di presentazione del certificato medico. Il congedo scatterebbe in automatico senza la necessità di un’approvazione da parte delle dirigenti dell’azienda. E’ certamente questo un grande passo e soprattutto una mano rivolta verso le lavoratrici alle quali si rivolge la più totale fiducia.
L’azienda Omersani, la prima ad introdurre il congedo mestruale
L’abolizione dell’obbligo di presentazione del certificato medico, in particolare, è stata pensata per tutelare i problemi della privacy di ogni dipendente. L’azienda Omersani, pioniera di questa misura che ci si augura possa essere da apripista per molte altre imprese, si occupa di logistica, operazioni doganali e spedizioni e nel suo staff conta più di 50 impiegati donna nella fascia di età tra i 30 e quarant’anni.
L’impresa, che con questo e altri gesti ha mostrato di voler andare incontro ai propri dipendenti in maniera concreta, ha quattro sedi distribuite in Italia. Oltre a quella di Venezia, una sede a Roma, una a Civitavecchia e una a Milano. La decisione del congedo mestruale è scaturita da un sondaggio preliminare sottoposto a tutte le donne impiegate in azienda. Delle 59 dipendenti, oltre la metà occupano dei ruoli determinanti.
Le dichiarazioni dei proprietari sono semplici ma concrete; l’iniziativa è nata non per soddisfare l’esigenza di un singolo, ma è stata una manovra volta all’inclusività di tutti i dipendenti che per particolari patologie possono riscontrare le più svariate difficoltà nel lavoro. Si è pensato ad un giorno di riposo in più per evitare di dover costringere qualcuno a recarsi in ufficio in condizioni di disagio fisico. Questo, infatti, porta ad un calo sostanzioso della produttività che non fa altro che gravare sull’azienda.