Quando si pensa al tumore al seno, le prime ad allertarsi sono le donne. Eppure non tutti sanno che può colpire duramente anche gli uomini.
La storia di Stefano
Per Stefano Saldarelli, oggi 52 anni, non ha ancora finito la sua lotta contro il cancro. Oggi è in terapia ormonale ed è un autore ed attivista nella lotta al cancro. Eppure a 48 anni, quando la sua nuova vita è cominciata, il suo primo pensiero è stato quello di parlarne con una campagna di sensibilizzazione tutta sua. Lui è un grafico, un professionista della comunicazione visiva: “Quando ho realizzato cosa mi stesse accadendo provai sconcerto, incredulità e un po’ di rabbia, perché mi accorsi che non se ne parlava ancora, della mia malattia.” ha raccontato l’uomo.
“Gli uomini non ne sanno niente…non ci sono campagne di informazione dirette a noi… non sappiamo nulla di questa cosa finché non ci colpisce” con queste parole l’autore ha spiegato lo sconforto in cui molti uomini cadono quando si scopre una malattia del genere. Mosso da queste emozioni Stefano ha sentito una vera e propria responsabilità, decidendo di iniziare così una campagna di sensibilizzazione. Con uno scatto in bianco e nero pubblicato sul suo blog ha lanciato un messaggio semplice e diretto:il cancro al seno non è solo roba da femmine, fai prevenzione.
Consapevolezza e prevenzione
Molti uomini si accorgono della malattia quando è a uno stadio già avanzato, ma per Stefano le cose sono andate diversamente. Tutto grazie ad una carezza, quella della sua compagna, che in quell’estate del 2018 si accorse di una cisti proprio in prossimità del capezzolo. Dopo una prima ecografia sono seguite tutta una serie di indagini ed esami fino alla diagnosi e all’intervento per asportare il tumore e il linfonodo. Dopo diversi cicli di chemio oggi Stefano è guarito e di quella malattia resta il messaggio che ha lanciato: “Il cancro al seno non è solo roba da femmine. Una carezza può salvarti”. Questo è diventato lo scorso anno il titolo del suo libro, dove racconta la sua storia di coraggio.
Stefano ha voluto lanciare anche un ulteriore messaggio. La prevenzione in questi casi è la chiave di tutto, e la comunità scientifica ha il compito e dovere di sensibilizzare il popolo maschile all’eventualità di questa malattia. “Mi rendo perfettamente conto che la malattia è rara e fare screening nei maschi non avrebbe senso. Ma essere consapevole che questo tumore può colpire anche noi può fare la differenza”.
Ed ecco che arriva la sua proposta, da paziente e professionista del settore, ovvero che si potrebbe affiancare alla campagna contro il cancro della mammella delle donne quella rivolta agli uomini, con un messaggio e un invito alle donne a sensibilizzare i loro mariti, fratelli, o figli, specie nelle famiglie in cui ci sono storie di tumore mammario.