Secondo quanto trapela da fonti vicine al centrodestra, si starebbe pensando a una robusta revisione del Reddito di cittadinanza
E’ la domanda che tutti si pongono oggi. Che fine farà il Reddito di cittadinanza? E’ stato infatti al centro della campagna elettorale estiva. E ora, con le elezioni politiche ormai in archivio, arriva il tempo delle decisioni. Ecco cosa accadrà.
Il Reddito di cittadinanza è infatti la misura simbolo del Movimento 5 Stelle che, però, dopo le elezioni politiche dello scorso 25 settembre, non è più maggioranza, né in Parlamento, né al Governo. Per i grillini (e una parte della sinistra) si tratta di una fondamentale misura di welfare, che va ad aiutare chi sta peggio.
Viceversa, per il centrodestra, è sempre stato visto come una forma di assistenzialismo, che prema i fannulloni, che non crea posti di lavoro. E, inoltre, che spesso e volentieri viene fagocitato dalla criminalità. Tanto i truffatori da strapazzo, quanto dalle mafie. Quindi, con la vittoria del centrodestra a guida Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, tutti si aspettano ora che il nuovo Governo sia consequenziale rispetto agli annunci in campagna elettorale.
E, infatti, questi giorni che seguono il voto sono un susseguirsi di dichiarazioni d’intenti. “Avanti tutta sull’estensione della Flat Tax fino a 100.000 euro di fatturato e superamento della legge Fornero grazie a Quota41 per dare opportunità ai giovani”: è il succo – informa la Lega – dei ragionamenti di molti membri del consiglio federale, in corso a Roma, che individuano nella revisione del Reddito di cittadinanza, nel taglio della burocrazia e nello sblocco dei cantieri altre priorità. Prima emergenza da affrontare e risolvere – aggiungono le stesse fonti – quella delle bollette e del caro-energia, con un intervento importante che la Lega invoca da tempo, in attesa di un’azione, se mai ci sarà, a livello europeo.
Come cambia il Reddito di Cittadinanza
Secondo quanto trapela da fonti vicine al centrodestra, quindi, si starebbe pensando a una robusta revisione del Reddito di cittadinanza. E il Movimento 5 Stelle, infatti, ha già preannunciato battaglia in Parlamento per difendere il proprio provvedimento cardine.
Ma il centrodestra sembra voler tirare dritto. E così, l’ipotesi che prende campo è la seguente: niente reddito di cittadinanza a chi rifiuta la prima offerta di lavoro. Del resto, la stessa Meloni ha più volte sostenuto come il Reddito di cittadinanza, così come è strutturato, incoraggi a rimanere sul divano, anziché attivarsi per trovare un lavoro.
Tra gli altri argomenti molto sentiti durante la campagna elettorale, anche il salario minimo. Questa la linea a cui starebbe pensando il nuovo Governo di centrodestra: niente salario minimo ma taglio del 5% del costo del lavoro sotto i 35mila euro. Staremo a vedere cosa accadrà.